Diego Abatantuono – Un anno eccezionale – Film completo

Un anno eccezionale

2061. Dopo una grande crisi energetica dovuta all’esaurimento delle scorte petrolifere, la Terra è piombata in una sorta di nuovo Medioevo. L’Italia come nazione non esiste più, essendo la penisola tornata un Paese diviso, quasi pre-risorgimentale, dove ora regna una situazione politica simile a quella precedente la riunificazione del 1861: al Nord i secessionisti padani hanno messo a ferro e fuoco Milano, creando la Repubblica Longobarda difesa da un muro sul Po per bloccare l’ingresso ai terroni; in Emilia-Romagna è stata proclamata la Repubblica Popolare di Falce e Mortadella, uno stato socialista dove spopolano i salumi, i rubli e le balere; la Toscana è tornata un Granducato, dove le fazioni dei Della Valle e dei Cecchi Gori lottano per il potere; al Centro è rinato lo Stato Pontificio, un regime integralista dove domina l’Inquisizione; il Sud è stato infine invaso dagli africani che hanno creato il ricco Sultanato delle Due Sicilie, uno stato islamista dove l’arabo è lingua ufficiale. Proprio dal Meridione, un gruppo di avventurosi patrioti del movimento insurrezionale “Giovine Italia” – composto dai volontari Tony, Pride, Grosso, Salvim e Taned, e capitanati dal Professor Ademaro Maroncelli – intraprende un difficile viaggio per arrivare in Piemonte, con lo scopo, duecento anni dopo, di «rifare l’Italia».

Durante il loro tragitto attraverso la penisola, il gruppo incontra altre persone e simpatizzanti che si uniranno alla loro causa: sulla ormai abbandonata autostrada Salerno-Reggio Calabria incontrano Unna, una giovane straniera in fuga da un perverso reality show, mentre a Ostunibad conoscono Nicola, uno dei collaboratori segreti alla loro missione, che coglierà l’occasione per lasciare l’assillante famiglia e unirsi a loro. A Roma s’imbattono in Mara, una prostituta di cui Nicola si innamora, ma nello Stato Pontificio saranno anche arrestati e condannati alla fucilazione, prima di essere salvati dal cardinale Bonifacio Colonna, che in realtà si rivelerà un sostenitore della missione. Questi consegnerà al gruppo anche la Gioconda di Leonardo da Vinci, da tempo in possesso del Vaticano, nei piani da rivendere alla Francia per finanziare l’opera di riunificazione italiana.

Transitano quindi, non senza problemi, attraverso il Granducato di Toscana, per poi arrivare nella Repubblica Popolare di Romagna, dove li attende “Moby Dick”, un altro patriota che riesce a traghettarli di nascosto nella Repubblica Longobarda. Risalgono quindi il Po per giungere infine a Torino; qui, in una isolata villa, incontrano i misteriosi uomini che sono dietro alla “Giovine Italia”, e in cambio della Gioconda ricevono dal Governo Francese i fondi, ovvero una partita di diamanti, necessari a finanziare il movimento insurrezionale. Proprio durante il gran ballo dato per festeggiare il buon esito della missione, però, Unna scopre che una delle persone a capo dell’operazione ha in realtà venduto gli uomini del Professore alla polizia longobarda. A questo punto viene fuori la vera maschera del gruppo di “patrioti”: Tony, Pride, Grosso, Salvim e Taned si rivelano dei semplici mercenari e, insieme a Unna, dopo essersi dedicati al saccheggio fuggono verso la Svizzera, mentre il “Professore”, scoperto da Mara mentre sta cercando di scappare con i diamanti, ammette di essere un semplice bidello appassionato di Storia, non interessato al sogno di una penisola unita.

Ormai delusa, inizialmente Mara ricatta il Professore con l’idea di fuggire assieme con il bottino, ma ben presto la coscienza dei due è turbata per la sorte dei loro compagni, destinati a morte certa. Decisi a riscattarsi, tornano indietro trovando ormai soltanto Nicola, il quale, nonostante avesse capito l’inganno, era rimasto nella speranza di veder tornare Mara, a cui dichiara il suo amore. Proprio in quel momento fanno irruzione nella villa gli uomini della polizia longobarda: il Professore affida i diamanti a Nicola e Mara, le uniche due persone che sembrano interessate a vivere in un Paese unito, e si sacrifica per permettere loro di scappare e tenere in vita la missione. Otto anni dopo, sempre a Torino ma in un’Italia di nuovo unita, Nicola e Mara, ora marito e moglie, mostrano ai loro figli una statua dedicata alla memoria del Professore, che sarà così ricordato solo come un patriota che ha permesso la riunificazione della nazione.